Pubblicato da Marilena Cremaschini il giorno 14/12/2017
E’ indubbio che l’esercizio della scrittura da parte dei mancini (coloro che scrivono con la mano sinistra) presenta maggiori difficoltà oggettive o perlomeno peculiari, rispetto a quella del destrimane nel nostro sistema di scrittura che procede da sinistra andando verso la destra.
Mentre infatti il destrimane può vedere ed osservare la propria grafia mentre viene eseguita, il mancino invece ci passa sopra con la mano e la copre, eseguendo il proprio tracciato con braccio e mano in tensione, invece che in estensione, oppure assumendo pose scomode e inadeguate, infatti una postura sbagliata può portare a dei problemi di dolenzia alla schiena, alla testa ed alla vista.
Il destrimanetrascina, in un certo senso, la propria grafia, il mancino invece la spinge, procedendo come contro-corrente in un verso che non gli è naturale.
La grafia del mancino solitamente presenta delle forme originali, talvolta innovative, talvolta un po’ ‘bizzarre’, inoltre tende a staccare più spesso la penna fra le lettere, tuttavia questi stacchi, piccoli e vivaci, non partecipano sempre autenticamente al segno Staccata, ma sono agevolazioni, creazioni, soluzioni che il mancino deve inventarsi per uscire da una oggettiva difficoltà di percorso.
Pertanto in caso di mancinismo il segno grafico di Staccata andrebbe non considerato oppure considerato con cautela in quanto derivante da una difficoltà scrittoria e non da una necessità della personalità dello scrivente di prendere tempo e distanziare le cose.
La grafia del mancino può essere veloce e originale oppurelenta, scolastica e precisa a causa del bisogno di controllo.
Chi scrive con la mano sinistra di fatto ‘copre’ il tracciato che via via si viene delineando e deve operare, soprattutto in giovane età, una continua verifica di quanto viene producendo.
La soluzione spesso viene raggiunta sollevando la mano o tenendola nella parte sopra il rigo, con la punta delle dita rivolte verso il basso in modo tale da avere una minima visione di ciò che sta scrivendo.
Tuttavia i segni grafologici, la cui idea o progetto si forma a livello della neocorteccia cerebrale, sono gli stessi per i destrimani e per i mancini.
Le difficoltà di percorso sono dunque solo in (minima) parte dovute alla scomodità oggettiva di scrivere con la mano sinistra, procedendo verso destra e invece, come per tutti, seguono e descrivono una data indole soggettiva.
Conosciamo tutti illustri mancini quali Leonardo da Vinci, Beethoven, Einstein, il presidente americano Barack Obama e persino Bill Gates e pare che tutti i mancini abbiano un gene in più rispetto ai destrimani che si tradurrebbe in un vantaggio, soprattutto in campo creativo.
Di solito vi sono più mancini uomini che donne (11% contro il 13% nell’Europa centro-meridionale), meno in Asia e nei paesi arabi, un po’ di più in Nord-Europa e Stati Uniti, in gran parte per quanto siano o siano stati contrastati.
Nei paesi Arabi i mancini ‘naturali’ tendono ancora a camuffarsi da destrimani, in Italia il mancinismo è stato contrastato più o meno apertamente anche a scuola fino agli anni ’70! E molte persone, per non parlare di insegnanti arretrati che consigliano caldamente sia all’alunno che ai genitori di imporre la scrittura con la mando destra finché è possibile cambiare.
Oggi si sa che con qualunque parte del corpo scriviamo, realizziamo le stesse forme e legamenti, ovviamente con diversa competenza e scioltezza.
Sia che scriviamo con la mano destra, la sinistra, la bocca, il piede o persino se giriamo con un’auto sulla sabbia, tenderemo a riprodurre ‘tracce’ riconducibili sempre al nostro psichismo.
Occorre sapere se uno scritto è stato vergato con la mano destra o la sinistra per dare un’equa valutazione soprattutto delle inclinazioni letterali, dell’uso dello spazio e della velocità, o per ben inquadrare la dinamica alla base dell’esecuzione di alcune lettere in modo ‘speculare’ (più frequente nei bambini mancini, ma non loro esclusiva).
Per l’analisi della grafia del mancino si applicano le stesse leggi grafologiche che si usano per ogni gesto grafico (dallo scarabocchio, al disegno, alla scrittura eseguita in qualunque modo e in qualunque alfabeto)
Gli elementi distintivi
La scrittura di un mancino non è facilmente distinguibile dalla scrittura di un destrorso, ma con un po’ di attenzione si nota il “tirare” della scrittura verso sinistra, altri indici sono il cosiddetto segno di Meyer.
Questo particolare, chiamato segno di Meyer, non lo troviamo in tutte le grafie dei mancini, in quanto può anche non essere presente e verrà meglio spiegato di seguito.
La scrittura dei mancini ha caratteristiche particolari e conseguenti possibili difficoltà di esecuzione che ne derivano.
Svolgendosi da sinistra verso destra, la scrittura si muove nel senso naturale di movimento sul rigo della mano destra.
Il braccio destro si allontana progressivamente dal busto verso l’esterno.
Chi invece usa la mano sinistra, procedendo verso destra copre quanto scrive (sbavature, mancanza di correzioni eventuali, omissioni o errori) e il braccio sinistro si avvicina, nel proseguo dello scritto, al busto che intralcia il movimento.
Spontaneamente il mancino altera alcuni segni:
* i trattini delle t vengono apposti da destra verso sinistra
* il movimento degli occhielli è orario (ad imitazione dei gesti che vengono tracciati dall’insegnante con una mano diversa)
* spesso i segni Accartocciata, Ascendente e Disordinata sono più frequenti rispetto alla grafia dei destrimani.
Spesso trovano soluzioni originali nei collegamenti tra lettere o in altri punti del tracciato grafico, soprattutto quando hanno acquisito dimestichezza con lo scrivere.
A quel punto, diminuiscono significativamente – sino a scomparire del tutto nella maggioranza dei casi – gli errori comuni come l’omissione di lettere finali o l’inversione di sillabe dal suono compatibile.
Anche la scrittura speculare, all’inizio dell’apprendimento piuttosto frequente soprattutto nei numeri, si rivelerà un disturbo temporaneo non legato a problemi di lateralizzazione e neppure a disturbi di organizzazione spaziale, quindi superabile se non dovuto a danni cerebrali.
Tuttavia, esistono delle rilevate e specifiche difficoltà motorie nel mancino che ricadono sulla grafia.
Sovente chi usa la sinistra come mano scrivente, ha risultati inferiori ai destrimani nella motricità manuale, a scapito di rapidità e precisione, nell’orientamento e strutturazione spaziale.
Questo probabilmente perché la mano del mancino, per quanto sia abile nello scrivere, ha un’efficienza inferiore per quanto riguarda i lavori di fino, cioè che richiedono precisione.
In rieducazione occorre, pertanto, tenere presenti tali caratteristiche, soprattutto nel caso in cui un bambino mancino abbia risultati inferiori a quelli attesi.
La posizione del corpo è molto importante. In generale, sia per i destrimani che per i mancini, è necessario porre particolare attenzione alla postura che si assume da seduti mentre si scrive.
Una postura scorretta deve essere modificata perché, anche se all’inizio non pregiudica l’apprendimento della scrittura, quando vengono richieste delle prestazioni più complesse (es. la velocità, la personalizzazione, ecc. ) può accadere che esse non vengano raggiunte anche a causa di una postura scorretta.
L’altezza della sedia dovrebbe permettere al bambino di poggiare bene i piedi a terra ed in linea con le anche, le ginocchia e le caviglie ad angolo di novanta gradi: questo accorgimento gli permette di modificare la postura man mano che si prosegue nella scrittura.
Il banco dovrebbe essere più alto di circa cinque centimetri rispetto all’altezza del gomito; se fosse più alto il bambino tenderebbe a sollevare la spalla e questo limiterebbe la libertà di movimento rendendo più difficile controllare il lavoro di scrittura già eseguito.
Al contrario, se il banco fosse troppo basso, il bambino tenderebbe a scivolare sotto il piano o ad inclinarsi in avanti.
Il segno di Meyer
Come precisato nel mio articolo la scrittura dei mancini i segni di Meyer, individuato da Locart per identificare la scrittura del mancino consiste in una rugosità del tratto sul bordo sinistro, che si sfalda e lascia tracce di inchiostro, mentre resta più nitido il margine sinistro del tratto scritto.
Di seguito un’immagine che evidenza con chiarezza la distinzione dei due bordi di un medesimo segmento di tratto della grafia.
C’è da dire una particolarità, che questo segno era visibile anticamente quando gli scritti erano eseguiti col pennino, e nei casi moderni in cui viene utilizzato lo stesso strumento scrittorio.
Ora la penna a sfera ha cambiato le dinamiche del tratto e spesso tale segno non è più rilevabile se non in particolari casi che dipendono dalla conformazione della penna a sfera e di quanto è precisa nel tralasciare l’inchiostro.
Con la penna biro si ottiene un effetto analogo, ma dovuto alla tenuta lunga o obliqua della biro che favorisce, in determinati punti, ad esempio nei risvolti, il rilascio dell’inchiostro in eccesso che si accumula sui bordi dell’alloggiamento della microsfera.
La sinistrografia come strumento di dissimulazione
Ora, con particolare riferimento alla sinistrografia, questa, insieme all’uso dello stampatello, è uno dei procedimenti di dissimulazione più diffusi per la redazione di lettere anonime, poiché l’anonimografo destrimano che utilizza la sinistra per camuffare la sua naturale grafia e che, così facendo, vede la sua scrittura completamente modificata, ritiene non la si possa attribuire alla sua mano.
Difatti, nel destrimano il polso sinistro manca di elasticità non prestandosi ai ripetuti spostamenti della grafia ed il cervello che guida la mano, ingannato dal cambiamento dell’arto scrivente, fa si che la grafia frutto di questo espediente presenti numerose modifiche rispetto a quella abituale, soprattutto riguardanti la forma, l’inclinazione, la traiettoria del rigo e la pressione.
In particolare, in questo tipo di grafia emergono alcune caratteristiche grafiche cui il grafologo giudiziario esperto deve prestare particolare attenzione, consistenti nella presenza di:
- Una mancanza di fluidità, causata dal fatto che il polso sinistro non scorre con la dovuta ampiezza e frequenza;
- Una conduzione del tratto rigida;
- Una irregolarità ed una modifica, rispetto alla scrittura dello stesso soggetto effettuata con la mano destra, di dimensione ossia dell’ampiezza orizzontale e verticale delle lettere.
Normalmente in caso di contraffazione per sinistro grafia si verificano i seguenti segni:
- vi è un aumento di dimensione;
- Una irregolarità ed una modifica di direzione ossia della inclinazione delle lettere;
- Una irregolarità ed una modifica di spaziature tra lettere e tra parole;
- Tratti finali ed i tagli delle t quasi sempre discendenti;
- Un disordine nell’organizzazione dello spazio;
- Un Rigo mal tenuto;
- Un rovesciamento degli assi;
- Una tendenza a formare lettere dalla forma più calligrafica;
- Numerosi stacchi e riprese;
- Addossamenti tra lettere di una stessa parola, ossia il posizionamento dei gramma l’uno contro l’altro fino a far scomparire lo spazio tra questi;
- Una singolare modalità nel vergare le lettere ovali: in particolare tali lettere vengono vergate in due tempi e quindi vi è la separazione del cerchi dalla gamba o dall’asta; il punto di inizio dei cerchi è spesso all’opposto di quello presente nella destrografia dello stesso scrivente; sono presenti lettere aperte; gli ovali si allungano verso destra oppure verso il basso;
- Una grafia lenta;
- Lettere vergate in stampatello;
- Una esagerazione di ampiezze;
- Una tendenza a vergare segni di accentatura e punteggiatura più ampi e più pesanti;
- La presenza di modifiche della pressione rispetto alla scrittura dello stesso soggetto con la mano destra
- Tratti iniziali spesso deformati, dovuti alla insicurezza del movimento che porta la mano a posarsi con forza sul foglio, o su altro supporto utilizzato, prima di vergare il tratto d’inizio;
- Tremori nel tratto;
- Una rugosità del tratto sul bordo sinistro accompagnata ad una nitidezza del tratto sul bordo destro (segno individuato dal Meyer).